Il melograno (Punica Granatum) è una pianta conosciuta fin dall’antichità per le sue molteplici proprietà terapeutiche. Aiuta a prevenire e trattare vari fattori di rischio di malattia tra cui l’ipertensione, il colesterolo alto, lo stress ossidativo, l’iperglicemia e i processi infiammatori.
I polifenoli sono componenti essenziali del succo di melograno e possiedono un alto potenziale antiossidante, antinfiammatorio e antitumorale superiore a quello del vino rosso e tè verde.
Il frutto può essere suddiviso in più comparti anatomici quali semi, succo buccia e ognuno di essi ha un’attività farmacologica molto interessante.
Il succo e la buccia sono ricchi di polifenoli e possiedono un alto potenziale antiossidante dovuto alla presenza di un tipo particolare di tannini chiamati Ellagitannini (1). Questi sono ampiamente utilizzati in chirurgia plastica in quanto impediscono la morte del lembo cutaneo a causa della loro forte attività antiossidante.
I semi di melograno contengono dei fitoestrogeni simili agli ormoni sessuali femminili della donna e sono utilizzati per ridurre i disturbi neurovegetativi dovuti alla menopausa.
La corteccia e le radici sono ricche di alcaloidi, sostanze chimiche dotate di potenti effetti farmacologici anche a piccole dosi. Sono state utilizzate dalla medicina tradizionale per trattare le verminosi a livello gastrointestinale (2).
Indice dell'articolo
Dermatologia e cosmesi
Una eccessiva esposizione al sole può essere molto dannosa per la nostra pelle in quanto la penetrazione dei raggi ultravioletti forma radicali liberi altamente ossidanti che provocano seri danni al DNA cellulare. Questa azione dannosa accelera l’invecchiamento biologico e naturale della cute con perdita della elasticità, formazione di pelle secca e ruvida e danneggiamento del collagene che darà origine alla formazione di rughe.
La luce solare, e in particolare la sua componente ultravioletta sono la causa principale di molti effetti dannosi come eritema (arrossamento della pelle), edema, immunosoppressione, invecchiamento precoce della pelle e la formazione della maggior parte dei tumori cutanei.
Collagene:
E’ una proteina fibrillare che compone il 75% della nostra pelle e “incolla” le cellule che la compongono fra di loro, inoltre svolge una insostituibile azione di nutrimento. Fornisce importanti proprietà elastiche e il suo invecchiamento porta alla formazione di rughe.
Il corpo produce continuamente il proprio collagene che si mantiene in equilibrio tra la sintesi da parte di cellule chiamate fibroblasti e la degradazione da parte di alcune molecole.
Il melograno ha dimostrato di possedere notevoli proprietà foto protettive sulla pelle. In uno studio pubblicato su “Experimental Dermatology” 2009, è stata studiata l’efficacia del melograno nella prevenzione della distruzione del collagene mediata dai raggi ultravioletti.
L’efficacia antiossidante del melograno è stata testata su cute umana “ricostituita” (EpiDerm FT-200) che presenta caratteristiche morfologiche, metaboliche e di crescita simile a quelle della pelle umana in vivo.
Sono stati utilizzati derivati della pianta quali succo, estratto e l’olio dei semi.
Il tessuto è stato trattato con estratti di melograno un’ora prima dell’irradiazione e a distanza di 12 ore sono stati misurati i valori dell’ossidazione delle proteine, dei marcatori di danno del DNA e il foto-invecchiamento.
E’ stato rilevato che il pre-trattamento con estratto di melograno ha inibito lo stress ossidativo sul DNA mediato dagli UVB e protetto il collagene dalla degradazione delle fibre elastiche da parte dei raggi ultravioletti (3).
Uno studio clinico apparso sul “Journal of Nutritional Science and Vitaminology” 2006, è stato condotto per valutare clinicamente gli effetti protettivi dell’acido ellagico (contenuto nel melograno) sulla pigmentazione della cute dopo irradiazione con raggi ultravioletti. Sono state arruolate 39 donne con età fra i 20 e i 40 anni.
Ogni gruppo ha ricevuto i rispettivi alimenti di prova per 4 settimane in maniera tale che un primo gruppo di 13 donne ha assunto con il cibo alte dosi di acido ellagico (200 mg/die), un secondo gruppo basse dosi (100 mg/die), e infine un terzo gruppo ha assunto placebo.
Ogni soggetto ha ricevuto una dose minima di irradiazione (dose minima di eritema) sulla regione interna del braccio destro e l’intensità dell’eritema è stata misurata sia prima che dopo le 4 settimane di assunzione del cibo.
I valori dell’intensità dell’eritema post-esposizione erano nettamente diminuiti (rispetto al gruppo di controllo) sia nel gruppo che aveva assunto alti dosaggi di acido ellagico (- 1,73%) sia in quello trattato con bassi dosaggi (-1,35%).
In conclusione sulla base dei risultati ottenuti l’assunzione di acido ellagico con l’estratto di melograno ha dimostrato di avere un effetto inibitorio su una leggera pigmentazione della pelle umana causata da irradiazione con raggi ultravioletti. Considerando che questo stesso tipo di danno è la causa principale delle rughe, si comprende come questo frutto abbia una notevole azione anti-invecchiamento (4).
Apparato cardiovascolare
A livello dell’apparato cardiovascolare il melograno svolge una importante attività antiipertensiva, antiaterogenica e antinfiammatoria.
L’aterosclerosi è una malattia infiammatoria cronica delle arterie di grande e medio calibro. Il termine si riferisce all’inspessimento e all’accumulo di lipidi sulla superficie interna dei vasi (detta intima). Questo processo negli anni dà origine alla cosi detta “placca aterosclerotica” che si svilupperà solo se la quantità di lipidi che dal sangue entrano nella parete arteriosa eccede la quantità rimossa da particolari cellule “spazzino” chiamate macrofagi.
Nel tempo la placca subirà profonde trasformazioni che in molti casi daranno origine a temibili complicanze quali la fissurazione e l’erosione con formazione del trombo e conseguente occlusione parziale o totale del vaso. Come risultato si avrà o un deficit parziale d’irrorazione d’organo (ischemia) o un deficit totale con conseguente infarto.Le cellule che tappezzano la superficie interna dei vasi sono chiamate “cellule endoteliali” e sono caratterizzate da molteplici e importanti funzioni. Possiedono un elevato metabolismo che determina la sintesi di importanti fattori endoteliali ad azione vasodilatatrice e antitrombotica fondamentali per mantenere il lume vasale sempre pervio e adatto al passaggio del sangue.
In condizioni normali prevalgono gli effetti vasodilatatori e antitrombotici che garantiscono un adeguato flusso sanguigno, ma quando intervengono i danni operati dai vari fattori di rischio come l’aumento del colesterolo cattivo (LDL), l’ipertensione arteriosa, il fumo e il diabete, questi determinano profonde alterazioni della funzione endoteliale che perdendo le sue capacità antitrombotiche produrrà mediatori chimici infiammatori che favoriranno la crescita del trombo invece che combatterla.Come accennato sopra l’aumento del cosi detto colesterolo “cattivo”, rappresentato dalle lipoproteine LDL, è la condizione indispensabile e fondamentale per l’inizio e la progressione dell’aterosclerosi, e più precisamente l’ossidazione di tali particelle è l’elemento che promuove lo sviluppo delle lesioni aterosclerotiche.
L’ossidazione delle microsfere di colesterolo (LDL) porta ad una loro trasformazione a tal punto che non vengono più riconosciute dal sistema immunitario dell’organismo il quale instaura una reazione immunitaria nei loro confronti dando origine ad un processo infiammatorio che coinvolge la superficie interna dei vasi tipico della malattia aterosclerotica.Da questo si deduce la grande importanza che assume un corretto stile di vita basato sull’astensione dal fumo (potente ossidante), consumo di quantità adeguate di frutta e verdura (potenti antiossidanti), il controllo del peso (l’obesità promuove i processi ossidativi), la riduzione degli zuccheri (potenti ossidanti) e un adeguato e costante movimento che promuove l’aumento delle sostanze antiossidanti.
Il Melograno in questo contesto clinico svolge numerose e benefiche azioni andando a contrastare i processi ossidativi e riducendo l’evoluzione verso la formazione della placca aterosclerotica.
I flavonoidi vegetali contenuti nel melograno agiscono come potenti inibitori dell’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL) (5-6)
e inibiscono anche l’ossidazione dei macrofagi, le cellule deputate allo smaltimento dei grassi (7). Un’alimentazione a base di flavonoidi ha dimostrato essere inversamente proporzionale alla mortalità per malattia coronarica (8).
E’ stata dimostrata un’associazione inversa tra l’assunzione di flavonoidi con la dieta e la successiva insorgenza di cardiopatia ischemica e malattia cerebrovascolare (9-10).
Aterosclerosi e cuore compromesso
In uno studio apparso su “Clinical Nutrition” 2004 il succo di melograno è stato somministrato a 10 pazienti che presentavano una stenosi carotidea (restringimento dei vasi del collo che portano sangue al cervello) e sono stati studiati sia la progressione delle lesioni carotidee sia i cambiamenti dello stress ossidativo e pressione sanguigna.
Nel gruppo di controllo che non aveva consumato succo di melograno, dopo un anno di studio lo spessore della carotide era aumentato del 9% mentre nel gruppo trattato con il succo l’integrazione comportava una riduzione dello spessore fino al 35%.
Lo stato antiossidante totale era aumentato del 130% dopo un anno di consumo di succo di melograno.
La pressione sanguigna sistolica si era ridotta, sempre dopo un anno di trattamento, del 12%. Per tutti i parametri studiati gli effetti massimi si sono avuti dopo un anno e la prosecuzione dell’assunzione fino a tre anni non ha portato ad ulteriori miglioramenti (11).
In un’ altra sperimentazione clinica pubblicata sul “American Journal of Cardiology” 2005, furono studiati 45 pazienti affetti da malattia cardiovascolare con età media di 69 anni. Molti avevano già subito infarti, la maggior parte presentava ipertensione e ipercolesterolemia.
Divisi in due gruppi, il primo bevve per tre mesi 240 ml/di di succo di melograno e l’altro assunse placebo.
Al termine della sperimentazione tutti vennero sottoposti ad un test di “perfusione miocardica”, un esame che misura l’afflusso di sangue al cuore durante l’esercizio fisico.
Il gruppo che aveva bevuto succo di melograno registrò un aumento del 17% dell’afflusso di sangue , mentre nel gruppo placebo si registrò una diminuzione del 18%.
Inoltre i ricercatori rilevarono che gli episodi di angina (intenso dolore al torace) erano diminuiti del 50% nel gruppo trattato con melograno e aumentati del 38% nel gruppo placebo (12).
Questi dati sono molto rilevanti in quanto il test di perfusione miocardica è un elemento predittivo affidabile per quanto riguarda l’eventualità che un paziente, affetto da patologia vascolare, possa andare incontro o meno ad un infarto.
In conclusione l’assunzione giornaliera di succo può migliorare “il flusso sanguigno” nel cuore di pazienti già da tempo colpiti da malattia coronarica , dimostrando che i flavonoidi contenuti in esso agiscono non soltanto in prevenzione (sui soggetti sani) ma anche come terapia in soggetti malati.
Ossido d’azoto
La superficie interna delle arterie è tappezzata da importanti cellule dette “endoteliali” che fra le loro funzioni annoverano anche quella di produrre un gas importantissimo: l’ossido d’azoto.
– A livello endoteliale svolge un’azione primaria e insostituibile in quanto inibisce l’aggregazione piastrinica impedendo la formazione del trombo.
– Rilascia la muscolatura liscia delle arterie creando così una vasodilatazione che contribuisce a tenere bassa la pressione arteriosa.
– Inoltre inibisce il processo infiammatorio vascolare bloccando l’adesione dei globuli bianchi alla superficie interna dei vasi.
Queste funzioni sono ritenute all’unanimità della massima importanza per la prevenzione dell’aterosclerosi (14).
In uno studio apparso su “Nitric Oxide” 2006, il succo di melograno è stato testato per la sua capacità di proteggere l’ossido nitrico dalla distruzione ossidativa e migliorarne le attività biologiche. Ai test sperimentali è risultato più efficace del succo di mirtilli, del vino rosso, della vitamina C e della vitamina E (tutti potenti agenti antiossidanti) nel preservare l’ossido di azoto dalla distruzione dovuta a processi ossidativi (15).
In un altro lavoro di scuola italiana pubblicato negli “Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze” americana (2005), l’evidenza dei dati sperimentali suggerisce che i polifenoli contenuti nel succo di melograno contribuiscono alla diminuzione dello stress ossidativo e contrastano validamente la formazione della placca ateromatosa innalzando la concentrazione di un enzima (ossido nitrico sintetasi) che prodotto nelle cellule endoteliali aumenta la produzione di ossido nitrico (16).
Ipertensione
Su “Atherosclerosis” 2001, un gruppo di ricercatori studiarono l’effetto antiossidante del melograno sulla riduzione della pressione sanguigna in soggetti ipertesi. Furono somministrati 50 ml al giorno di succo per due settimane e poi si valutarono i valori pressori e l’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).
Al termine dello studio si assistette ad un calo del 5% della pressione sistolica (valore della massima) e ad una diminuzione pari al 31% dell’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina.
I ricercatori conclusero che il melograno poteva offrire un’ampia protezione contro le malattie cardiovascolari legate al suo effetto inibitorio sullo stress ossidativo e sull’attività ACE del siero (17).
Diabete
Il termine “diabete mellito” si riferisce ad un gruppo di malattie metaboliche caratterizzate da aumento del livello di glucosio nel sangue (iperglicemia). Nel tempo l’iperglicemia è responsabile dei danni a lungo termine a carico dei vari organi e apparati quali occhio, rene, nervi, cuore e vasi sanguigni ma in ultima analisi il danno primitivo da cui scaturiscono tutti gli altri è rappresentato dal danno ai vasi sanguigni sotto forma di placca ateromatosa.
Quasi tutte le così dette complicanze del diabete scaturiscono da problemi di circolazione: la cecità dalla compromissione dei vasi retinici, l’insufficienza renale dal danno ai vasi sanguigni renali, le neuropatie da uno scarso apporto sanguigno ai nervi degli arti, le amputazioni (causa più frequente di amputazione non correlata a traumi) da una ridotta e insufficiente circolazione agli arti inferiori.
Molto spesso all’aumento della glicemia fa riscontro anche un aumento del colesterolo (pericolosa la frazione LDL, protettiva la frazione HDL), un aumento del peso e del grasso addominale (pericoloso), e diventa fondamentale un controllo metabolico sulle concentrazioni di questi parametri.
Il melograno ha dimostrato di possedere un’ottima capacità nel controllo del diabete, nel ridurre il colesterolo totale, nell’aumentare la frazione delle lipoproteine ad alta densità HDL (colesterolo buono) che riducono la placca ateromatosa responsabile dell’ostruzione delle arterie, e nel ridurre i processi ossidativi a livello arterioso.
HDL
In uno studio sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry” 2008, un gruppo di ricercatori ha reclutato e somministrato per un mese a 30 pazienti affetti da diabete tipo 2 sia succo (50 ml/dì) sia estratto di polifenoli di melograno (5 ml/dì). Dopo un mese l’aumento degli enzimi che proteggono le HDL dall’ossidazione (colesterolo buono) era pari al 40%. Tali effetti benefici potrebbero ritardare lo sviluppo dell’aterosclerosi in pazienti diabetici (18).
Abbassamento del colesterolo
In Iran nel 2006 fu intrapreso uno studio, poi apparso sul “International Journal of Vitamin and Nutrition”, per valutare l’effetto del concentrato di melograno sul profilo lipidico di 22 pazienti affetti da diabete tipo 2 e con colesterolemia superiore a 200 mg/dl. Dopo un mese di assunzione si assistette ad un calo significativo sia del colesterolo totale sia del colesterolo LDL (cattivo).
Anche in questo caso una corretta assunzione di succo di melograno potrebbe modificare sensibilmente i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari in pazienti diabetici (19).
Un altro studio molto interessante e recente apparso su “Atherosclerosis” 2014, ha confrontato l’utilizzo della sinvastatita+placebo versus sinvastatina+ succo di melograno.
le statine sono farmaci utilizzati su scala mondiale. Inibiscono un particolare enzima impegnato nella sintesi del colesterolo e con questo meccanismo ne abbassano la concentrazione sanguigna.
Questo riequilibrio porta ad una sostanziale riduzione degli eventi cardiaci e della morte per malattia coronarica.
Dopo due mesi di terapia i livelli dei radicali liberi idonei a formare la placca ateromatosa, erano diminuiti del 18% nel gruppo sinvastatina+placebo mentre invece erano diminuiti del 30% nel gruppo sinvastatina+estratto melograno.
Inoltre l’associazione sinvastatina+melograno aveva ridotto del 48% il livello dei trigliceridi ma non la terapia con sinvastatina+placebo.
In conclusione l’aggiunta di estratto di melograno ad un farmaco potente come la sinvastatina, migliorava vistosamente il livello dei lipidi e lo stress ossidativo, dimostrando che la sua efficacia era indipendente da altre variabili terapeutiche (20).
Riduzione dello stress ossidativo
Per valutare questo parametro un gruppo di ricercatori somministrò a 10 pazienti diabetici del succo di melograno (50 ml/dì) per tre mesi, misurando i livelli di ossidazione a livello ematico.
Le conclusioni furono che la concentrazione dei lipidi ossidati (e quindi idonei a formare la placca ateromatosa) era diminuita del 58% e il livello complessivo di ossidazione cellulare era diminuito del 71%!
Non solo ma la concentrazione di glutatione era aumentata del 141%.
I ricercatori conclusero che la supplementazione con succo di melograno nei diabetici determinava potenti effetti antiossidanti che potevano contribuire all’attenuazione dello sviluppo dell’aterosclerosi in questi pazienti (21).
Cancro alla prostata
È stato dimostrato che il frutto del melograno potrebbe essere utilizzato nel trattamento del cancro alla prostata in quanto risulta in grado di inibire la crescita cellulare e indurre l’apoptosi (suicidio cellulare) delle cellule tumorali. E’ stato sperimentalmente dimostrato che il succo di melograno inibisce l’attività del Fattore Nucleare (NF-kB).
Questo è un importante mediatore il cui aumento intracellulare promuove la proliferazione delle cellule tumorali, inoltre incrementa il numero di quelle che sono in attiva replicazione e favorisce la formazione delle metastasi (22).
Il primo studio clinico sulla somministrazione del succo di melograno in pazienti con carcinoma alla prostata è stato condotto da Pantuck e al. nel 2006.
Lo studio ha incluso uomini con aumento del PSA (antigene prostatico specifico) che permaneva dopo trattamento con chirurgia o radioterapia.
Questo parametro di laboratorio è molto utile per controllare nel tempo i casi già trattati e un suo aumento è indice di recidiva della malattia.
In pazienti che avevano assunto 240 ml di succo di melograno contenete 550 mg di polifenoli totali, fu monitorato il tempo di raddoppio del PSA che indica la velocità con la quale il tumore progredisce ed è un ottimo predittore di sopravvivenza.
Prima del trattamento il tempo di raddoppio, cioè il tempo necessario al PSA di aumentare ad es: da 2 a 4, era di 15 mesi; dopo il trattamento era di 54 mesi!! Da questi dati si deduce l’enorme rallentamento nella crescita del tumore.
Non solo, ma furono eseguiti esperimenti in vitro su cellule del siero dei pazienti e si dimostrò una diminuzione del 12% nella proliferazione cellulare e un aumento del 17% dell’apoptosi delle cellule tumorali che indicava un aumento della loro mortalità.
Lo studio venne condotto per due anni su 40 pazienti con carcinoma prostatico e progressivo aumento del PSA, oltre l’ 85% dei partecipanti rispose positivamente al succo di melograno (23-24).
Il prolungamento statisticamente significativo del tempo di raddoppio del PSA accompagnato dagli esperimenti di laboratorio sulla proliferazione cellulare porta alla logica conclusione che il succo di melograno merita l’esecuzione di studi in doppio cieco, randomizzati e confrontati con placebo.
Su questo delicato e difficile problema oncologico giunge l’obbligo di ricordare il provato effetto benefico di un’altra spezia utilizzata quotidianamente: il tè verde con il suo principio attivo EpigalloCatechinaGallato (EGCG). Lo studio di Bettuzzi del 2006 (25) dimostrò che le recidive di cancro prostatico dopo un anno di trattamento con 600 mg di EGCG erano diminuite del 90% in 30 uomini affetti da tale neoplasia.
Oggi in commercio, come prodotto galenico, è reperibile il melograno sotto forma di acido ellagico con punicosidi al 40% ed è possibile allestire dei preparati galenici con dosaggi molto precisi.
Uno schema di trattamento interessante è quello che proponiamo sotto:
TERAPIA IN FITOPREVENZIONE
Mattino dopo colazione:
1 cps 400 mg di EGCG + 1 cps 400 mg di ac. Ellagico (melograno)
Sera dopo cena:
1 cps 400 mg di EGCG dopo cena + 1 cps 400mg di ac. Ellagico
Questi dosaggi in condizioni cliniche particolari possono essere notevolmente aumentati su prescrizione di medico esperto.
Recupero forza muscolare post esercizio fisico
Molti atleti utilizzando il succo di melograno dopo un intenso esercizio di pesistica, hanno riscontrato un recupero più rapido delle forze.
In uno studio pubblicato su “Medicine and Science in Sport & Exercize” 2010, l’obbiettivo era quello di determinare se la supplementazione con estratto di melograno dopo esercizio fisico era in grado di accelerare il recupero della forza muscolare.
Due gruppi d’atleti furono trattati uno con succo di melograno e l’altro con placebo.
Con entrambi i trattamenti ( placebo o succo) la forza era ugualmente ridotta dopo due ore dall’esercizio ( vale a dire del 72% rispetto al valore basale), inoltre il recupero della forza era incompleto in entrambi i gruppi dopo 96 ore. Tuttavia dopo 48 ore dall’esercizio la forza era significativamente maggiore (80%) negli atleti trattati con melograno rispetto a quelli che avevano assunto placebo (26).
Conclusioni
Il melograno, come ogni pianta o spezia, pur svolgendo un’azione su più vie metaboliche (azione multi-target) conserva alcuni bersagli preferenziali dove svolge un’attività più intensa e decisa.
L’apparato cardiovascolare è sicuramente un bersaglio ampio dove molte vie metaboliche vengono modulate dagli estratti del frutto. L’inibizione della ossidazione del colesterolo, l’effetto antinfiammatorio vasale e l’attività anti-steatosi epatica (infarcimento grasso del fegato) ne sono un esempio lampante.
Il melograno ha dimostrato anche una buona azione preventiva antitumorale soprattutto a livello prostatico dove sarebbe molto interessante saggiare gli estratti della pianta in combinazione con il tè verde, forte di studi clinici ben disegnati come proposto sopra.
Ci sono prove in studi animali, purtroppo, che indicano delle possibilità terapeutiche nell’artrite dove sembra che il melograno sia capace di inibire potenti fattori infiammatori (27).
Altrettanto dicasi per l’artrite reumatoide, grave malattia autoimmune che conduce ad invalidità permanente se non trattata, dove l’estratto di melograno riduce l’incidenza e l’insorgenza di artrite sperimentalmente indotta in topi trattati con collagene (28).
Al melograno, con studi in vitro, sono state riconosciute delle spiccate proprietà antimicrobiche (2-29). La polvere estratta dalla buccia del frutto essiccata possiede un alto grado di inibizione sulla Candida Albicans, un importante fungo patogeno per l’uomo in particolari condizioni di immunodepressione (30).
Inoltre un estratto di buccia di melograno in associazione con ioni del rame (Cu) migliora gli effetti antimicrobici contro il temibile Staphylococcus Aureus meticillino-resistente (antibiotico-resistente) (31).
In uno studio apparso su “Quintessence International” 2011, è stato riportato il netto effetto antiplacca a livello dentale di un colluttorio contenete melograno. Inoltre è stato confrontato contro la clorexidina (disinfettante di sintesi chimica molto comune e utilizzato). I risultati hanno dimostrato un’efficacia simile per entrambi (32).
Inoltre l’estratto idroalcolico di melograno è risultato molto efficace contro i microrganismi della placca dentale con una diminuzione del 84% delle colonie batteriche (33).
Una pomata a base di melograno al 5% è stata valutata nella guarigione delle ferite indotte su cavie. L’unguento ha notevolmente migliorato la contrazione delle ferite e il periodo di riepitelizzazione. Ha dimostrato notevoli proprietà antiossidanti e antimicrobiche contro batteri e funghi “difficili”come lo Streptococcus pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Aspergillus niger. Si è dimostrata sicura, efficace e priva di effetti tossici (34).
Per concludere in ratti maschi il succo di melograno ha dimostrato di aumentare la concentrazione e la motilità degli spermatozoi, il diametro dei tubuli seminiferi e lo spessore dello strato delle cellule germinali (35).
Da questi dati sperimentali si può intuire quanta strada c’è ancora da percorrere per comprendere fino in fondo le vaste proprietà di questo frutto che rappresenta allo stato attuale una grande “farmacia naturale” ancora non completamente esplorata.
Dott. Claudio Sandri
Bibliografia
Di seguito il link alla bibliografia.
Un cucchiaino di Olio di melograno alimentare per quanto tempo consecutivo posso assumerlo ?
non c’è un tempo preciso visto che si tratta di una sostanza dotata di soli effetti benefici. lo prenda per quattro mesi e poi sospenda per un mese. faccia cicli per coprire un anno